Lei si è laureata alla Columbia University e lui è un egiziano nato in un villaggio “di cui nessuno ha mai sentito parlare”. Si incontrano al Cairo in un periodo di incertezza sul futuro, sei anni dopo la rivoluzione del 2011 che non è riuscita a portare il tanto atteso rinnovamento, e le loro vite non saranno più le stesse.
La ragazza, figlia di ricchi egiziani immigrati negli Stati Uniti, desidera ardentemente “le sue radici”, come dice sua madre con disprezzo, le dita tra virgolette. Attraversa il Cairo senza velo, con la testa rasata e le vesti mai castigate abbastanza, suscitando l’interesse e spesso la condanna della gente del posto.
Potrebbe interessarti anche La valle dell’Eden di John Steinbeck, la trama e le recensioni e sempre dello stesso autore Furore di Steinbeck, recensioni il riassunto e la trama
Il bambino, tanto indigente quanto orgoglioso, ha raccontato la rivoluzione con la macchina fotografica che non si lascia mai alle spalle, e quando tutto è crollato, quando gli stranieri si sono ritirati, lasciando il Paese al suo destino, è precipitato in una spirale di apatia che ancora lo avvolge , grazie all’abuso di sostanze.
È possibile, allora, che la delicata amicizia nata tra i due personaggi non identificati aiuti a dare loro un senso alle loro vite? O forse il divario culturale rimarrà insormontabile? Come può una ragazza che è orgogliosa di non soccombere mai all’ingiustizia resistere al maschilismo e all’aggressività di un ragazzo preoccupato per le proprie convinzioni?
Noor Naga ci trasporta al centro di una metropoli violenta e caotica, creando una costruzione straordinaria che sfida la forma del romanzo a una conclusione inaspettata. La tragedia di due culture che si fondono, una storia che parla più di domande che di risposte, con lingua, identità e desiderio di appartenenza sempre in primo piano.