Un’epoca buia si abbatté su Velletri, il più antico borgo dei castelli romani, quando una catena di efferati delitti gettò nel panico la popolazione.
Si diffondeva il sospetto di un malefico burattinaio celato nell’oscurità, un’entità inafferrabile che pareva invincibile. Era l’incarnazione del male stesso. Solo l’ispettore Lucius Porto sembrava avere la chiave per arrestare quel ciclo di terrore.
La cattura del colpevole si trasformò nella sua crociata personale e, nonostante le avversità, sembrò giungere a una conclusione. Ma qualcosa in quella fatidica notte andò terribilmente storto, lasciando un velo di mistero e incredulità che avrebbe turbato gli animi per lungo tempo.
Quell’esperienza segnò profondamente l’ispettore Porto, alterando la sua essenza e l’immagine pubblica che si era forgiato.
Nonostante tutto, sembrava che il flagello fosse stato sradicato, l’oscura presenza era svanita. Tuttavia, a distanza di anni, una serie di morti volontarie iniziarono a suscitare sospetti. Tali decessi, apparentemente insignificanti, non ingannarono l’occhio esperto di Porto.
Ogni vittima portava con sé un segreto, un segnale subliminale che richiamava l’ispettore con una forza magnetica irresistibile. Il male, che si credeva sopito, era nuovamente in agguato. L’ombra aveva fatto il suo ritorno.
Potrebbe interessarti anche:
La mia recensione su La quinta vittima di Marco Attena ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
“La quinta vittima” di Marco Attena è un thriller avvincente che si svolge nella pittoresca cornice di Velletri, un luogo che con la sua storia e il suo fascino diventa un personaggio a sé stante nella narrazione. L’autore riesce a tessere una trama oscura e complessa, in cui la caccia a un serial killer diventa il fulcro di una lotta interiore che coinvolge il protagonista, l’ispettore Lucius Porto.
Attena dipinge con maestria il profilo di un uomo ossessionato dalla giustizia e dalla ricerca della verità, un detective che si trova a fronteggiare non solo un nemico esterno, ma anche i propri demoni interiori. La caratterizzazione dell’ispettore Porto è uno degli aspetti più riusciti del libro: un personaggio ben costruito, con un passato tormentato che influenza le sue azioni e il suo modo di pensare.
La narrazione è fluida e coinvolgente, con un ritmo che si intensifica capitolo dopo capitolo, trascinando il lettore in una spirale di tensione crescente. Gli omicidi, descritti con dettagli che non scadono mai nel macabro gratuito, sono funzionali al progresso della storia e servono a sottolineare la mente contorta del killer.
La scelta di utilizzare una serie di suicidi apparentemente scollegati come punto di partenza per la nuova indagine è un espediente narrativo che aggiunge ulteriore profondità al romanzo, costringendo il lettore a mettere in discussione ogni ipotesi fino all’ultimo.
Sebbene il tema del serial killer possa sembrare un terreno già ampiamente esplorato nel genere thriller, Attena riesce a offrire una prospettiva fresca e originale, grazie anche all’ambientazione italiana meno comune in questo genere di storie.
“La quinta vittima” è un libro che consiglio agli amanti dei thriller psicologici e a chi cerca una storia che sappia mantenere alta l’attenzione fino all’ultima pagina. Il viaggio nei meandri più oscuri della psiche umana è garantito, e la risoluzione finale non mancherà di sorprendere e soddisfare il lettore.