Trilogia della città di K, un romanzo di formazione, descrive un’era che sembra creare solo la distorsione del mondo e degli individui e ci costringe a considerare i nostri obblighi storici.
Il racconto è stata una sorpresa quando è arrivato per la prima volta in Francia a metà degli anni ’80. L’ignoto autore ungherese mostra un temperamento severo, capace di guardare ai disastri con silenziosa disperazione, cosa rara in Occidente.
Due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due strade distinte in un paese conquistato da eserciti stranieri: Lucas resta a casa, mentre Klaus fugge nel cosiddetto mondo libero. E quando si incontreranno di nuovo, si troveranno di fronte a un paese moralmente in bancarotta.
Trilogia della città di K, la storia
Tutto parte da due gemelli, che una madre disperata è obbligata ad affidare alla nonna in un villaggio sperduto lontano da una grande città dove colpiscono le bombe e il cibo scarseggia. Siamo in un paese orientale, anche se non viene nominato né l’Ungheria né un luogo particolare.
Un inizio sbalorditivo che ci trasporta bruscamente alle atrocità dell’ultima guerra come metafora. La nonna è una “vecchia strega” sporca, avara e spietata, ei gemelli, che sono indivisibili e intercambiabili come se avessero una sola anima, sono due piccoli maghi di straordinaria intelligenza.
I personaggi girano intorno a loro, resi con pochi tratti sottili su uno sfondo di fame e morte. Tutto è reso breve e vitale da uno stile pulito e austero che lascia poco spazio alle divagazioni in questa narrativa oscura. Una cosa tira l’altra, come se una misteriosa mano piena di sensualità le strappasse dal cappello di un terribile mago.
Trilogia della città di K la mia recensione
Lucas e Claus, gemelli, hanno le stesse opinioni e parlano come se fossero la stessa persona. Sullo sfondo c’è la guerra, la morte, la fame e la paura di essere soli. Questo lascerà su di loro un impatto indelebile, poiché Lucas e Claus, ancora bambini, si alleneranno a fare ciò che è necessario, che sia “bene” o “male”.
Impareranno a badare a se stessi e, possibilmente, a dividersi. Questo libro è oscuro, estraneo ea volte (molte caratteristiche) spaventoso. La prima storia spicca più delle altre, anche se l’ultima completa il cerchio e, una volta finito, tutto (si spera) ha un senso. La penna di Kristóf è dura ma brillante, gioca e inganna il lettore in un affascinante labirinto di dualismi e bugie.
Ho trovato questo libro così unico, orribile, duro, sorprendente e incredibile che non riesco a leggere nient’altro di questa scrittrice per paura di contaminare la pura perfezione che ho percepito dalle sue parole.
Era sia ridicolo che commovente per me. La scrittura è sia scorrevole che magnetica.
Inquietante, cruda e schietta. Questa trilogia racconta la storia dei gemelli Claus e Lucas (o Klaus-Lucas, o Lucas e Klaus? ), il contesto della guerra e le conseguenze che ha sulla vita delle persone, compreso il protagonisti. Le ultime due righe sono state sufficienti per fare a pezzi tutto e lasciarmi senza fiato ancora una volta, come è successo nel corso della storia.
Potrebbero interessarti anche altri due splendidi libri che ho letto di recente. Un grande classico quale il processo di Kafka e un racconto basato sulla resistenza francese al nazismo: il profumo segreto della lavanda.