L’amore per la moglie Anna ha caratterizzato la vita di Seymour Baumgartner. Tuttavia, adesso che Anna non c’è più, Baumgartner si inoltra nei suoi settanta anni per cercare di gestire la sua assenza. Dopo un romanzo-mondo come 4321,
Paul Auster ritorna con un libro apparentemente semplice e lineare che presenta ai lettori il suo personaggio forse più compassionevole ed empatico, un uomo che al termine della sua vita si interroga sulle cose essenziali, inciampando e andando a sbattere come in un vecchio comico malinconico.
Seymour Baumgartner, professore di filosofia e vedovo da dieci anni, affronta la vita con un senso di straniamento e una certa goffaggine.
Non si è mai rassegnato alla perdita dell’amata moglie Anna, traduttrice e poetessa. Baumgartner, tuttavia, è una persona affabile e generosa nonostante la sua malinconia e le sue malattie. Possiede la saggezza di chi ha vissuto e comprende l’importanza delle relazioni interpersonali, che devono essere coltivate con pazienza e un po’ di ironia e umorismo.
Passando gran parte del suo tempo a lavorare nel suo studio, Baumgartner intreccia una divertente e disperata trama di relazioni con le persone che si affacciano alla sua porta. In un sogno, o visione del dormiveglia, incontra Anna, che gli rivela di essere bloccata in una terra di mezzo tra il mondo dei vivi e l’aldilà: è la triste nostalgia del marito che le impedisce di completare il suo ultimo viaggio.
Baumgartner decide logicamente di liberare Anna e si butta in una relazione sentimentale con una loro vecchia amica. Tuttavia, questo è solo l’inizio di una serie di eventi imprevisti e violenti che solo il virtuoso della “musica del caso” Paul Auster poteva immaginare. Perché ricordiamo alcuni periodi della nostra vita e ne dimentichiamo altri? Quando non ci siamo più, cosa rimane di noi?
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Chi è Paul Auster
Paul Benjamin Auster è uno scrittore, saggista, poeta, sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico statunitense che è nato a Newark il 3 febbraio 1947. È residente a Brooklyn, New York È anche noto come Paul Queen e Paul Benjamin
Protagonista della letteratura contemporanea statunitense e mondiale, insieme ai suoi compagni e colleghi Thomas Pynchon e Don DeLillo, è un membro del cosiddetto Postmodernismo.
La sua scrittura, diretta e incisiva, è in grado di scandagliare le angosce e le nevrosi dell’uomo contemporaneo e descrivere le solitudini della vita contemporanea in un mondo inesplicabile spesso dominato dal caso. Si inserisce nel panorama della letteratura postmoderna e si fonda su esistenzialismo, letteratura gialla e poliziesca, psicoanalisi, trascendentalismo e post-strutturalismo, in opere come Trilogia di New York (1987), Moon Palace (1989
È un intellettuale che, attraverso i suoi libri, ha spesso riflettuto sul futuro della sua nazione.
In effetti, è tra gli autori del pamphlet “Il futuro dizionario d’America” (The Future Dictionary of America, McSweeney, 2005), che ha raccolto oltre mille lemmi e mira a mostrare la disapprovazione del movimento culturale e letterario statunitense nei confronti della leadership politica negli Stati Uniti all’inizio del terzo millennio.
Numerosi scrittori tra i partecipanti includono Stephen King, Jonathan Franzen, Rick Moody, Joyce Carol Oates e Jeffrey Eugenides, tra gli altri. Tutti i partecipanti presentano racconti divertenti che giocano con il futuro e riflettono sul presente. In particolare,
Paul Auster descrive Bush, il presidente degli Stati Uniti d’America in carica al momento della pubblicazione del libro, come un arbusto velenoso di una specie estinta.[3]
Il suo lavoro poliedrico è stato influenzato da altri scrittori come Franz Kafka, Samuel Beckett, Miguel de Cervantes, Kurt Vonnegut e Albert Camus. Ha anche scritto grandi opere cinematografiche. Le più note includono Smoke, Blue in the Face e Lulu on the Bridge.
È oggi tra i più noti “cantori” della Grande Mela, insieme a Lou Reed e Woody Allen. Ha creato un universo letterario che si concentra sulla ricerca dell’identità, del senso e del significato della propria esistenza, sia essa individuale o collettiva, storica o sociale.
La mia recensione di Baumgartner di Paul Auster ⭐️⭐️⭐️⭐️
Credo di aver letto quasi tutto Auster, tranne il penultimo. Sebbene questo libro di Baugartner sia diverso da quelli del suo periodo d’oro, merita comunque di essere letto. Mentre la scrittura è sicuramente “Austeriana”, la trama, che incrocia la finzione e la storia della famiglia Ausetr, sembra più simile a quella di DeLillo.