Diego Cola è nato a Roma il 3 luglio 1990. È sposato e vive a Tortoreto Lido, in provincia di Teramo. Si è laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Il romanzo di Cola ” Era mia madre ” è caratterizzato da una trama avvincente, una scrittura scorrevole e un’attenzione ai dettagli. L’autore è un maestro del suspense e del colpi di scena. In questa intervista, Cola ci parlerà del suo lavoro, delle sue influenze e dei suoi progetti futuri.
Intervista
Buongiorno, Diego. Grazie per aver accettato di essere intervistato.
Buongiorno. Sono contento di poter parlare del mio lavoro.
Come è nata la sua passione per i gialli?
La mia passione nasce all’età di 13 anni. Iniziai con libri gialli e thriller di scrittori come Dan Brown e Giorgio Faletti. Erano sicuramente i libri gialli e thriller del momento. Ancora oggi sono tra i libri più belli mai letti della mia personale libreria.
Qual è il tuo romanzo giallo preferito?
Ho due romanzi preferiti. “Angeli e demoni” in ricordo della mia adolescenza. “L’enigma della stanza 622” che è stato tra i migliori libri gialli 2020. Scoprire l’esistenza di uno scrittore come Joel Dicker ha fatto scattare qualcosa nella mia mente.
Qual è il tuo metodo di scrittura?
Ho cercato di creare il mio stile personale. Ovviamente, tutto nasce dall’esperienza di lettura avuta in 15 anni di passione per il genere. Il mio stile tende a poter descrivere gli oggetti e le ambientazioni in maniera dettagliata senza però appesantire la lettura.
Inizio un gioco di equilibrio tra descrizione, dinamicità e dialoghi, cercando di creare un climax e di chiudere con quella pillola di suspense che invoglia il lettore “ad andare avanti”.
Pezzo dopo pezzo ricostruisco il puzzle dell’immagine che mi ha dato l’idea della trama lasciando il lettore impressionato da quello che gli permetto di vedere.
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Qual è la tua fonte di ispirazione per le tue storie?
Ho diverse fonti. Una scena di vita vissuta che rielaboro nella mia mente. Ipotizzo scenari alternativi e trovo quell’idea folle da rendere verosimile durante la lettura. Immagino la rivelazione finale che chiude la storia e parto a ritroso creando i pezzi del puzzle di cui ho bisogno.
Quali sono i tuoi autori gialli preferiti?
Ne ho molti ma questo perché ho letto tanti libri gialli. Volendo restringere a tre autori ti dico che metto a pari merito Dan Brown, Giorgio Faletti e Joel Dicker. Sono quelli che mi hanno donato i libri gialli e thriller più belli con lo stesso protagonista. Ho amato letteralmente i loro personaggi.
Quali sono i tuoi consigli per gli aspiranti scrittori di gialli?
Sono al mio primo romanzo. Ho poca esperienza ma un consiglio sento di darlo: non abbiate paura di scrivere e rendetelo un esercizio quotidiano. Basta un’ora di tempo al giorno; anche una sola pagina scritta bene è un piccolo passo verso una grande opera.
Qual è il futuro del giallo?
Penso che il genere abbia un futuro molto saldo. Il thriller, il giallo e la ricerca della verità resistono da decenni e generazione dopo generazione si rinnovano adeguandosi all’evoluzione della società.
Parliamo di: Era mia madre. Come hai strutturato la trama del tuo romanzo?
La trama è composta da due sotto-trame principali: il presente, con le vicende di Aurora Elsen che indaga sul passato della sua famiglia e di sua madre; dall’altra, invece, una successione di flashback che racconta il passato di Elena Venturi, la madre di Aurora. L’avanzamento delle due storie svela l’una un dettaglio dell’altra, integrandosi e completandosi a vicenda.
Quali sono stati i personaggi più difficili da scrivere?
Il personaggio della madre, Elena Venturi, è stato quello più difficile da caratterizzare. Leggendo il romanzo capirete il motivo.
Quali sono i temi che ti interessano di più esplorare nelle tue storie?
Temi sociali e visioni di insieme sulla nostra società attuale. Cerco di mostrare le mie idee e i miei pensieri all’interno dei dialoghi e delle vicende.
Come hai fatto le tue ricerche per il tuo romanzo?
Utilizzando Google, recuperando nozioni in parte note, controllo delle date e ricostruendo quello che era la società degli anni ’90 rispetto quella dei giorni nostri. Trattandosi di un storia contenente dei flashback di 30 anni fa è stato necessario verificare la veridicità di quello che descrivevo.
Quali sono le sfide e i vantaggi di scrivere libri gialli?
La vera sfida è quella di creare una trama avvincente e non banale. Vista la moltitudine di libri gialli in circolazione è abbastanza impegnativo non cadere in un qualche espediente già letto in un’altra storia. I vantaggi risiedono nella possibilità di poter creare un mistero dietro qualsiasi tipo di storia. Il genere thriller ha molte connotazioni a partire dai libri gialli, crime, storici, fantascientifici e distopici. Ognuna delle nostre vite ha un pizzico di thriller in una giornata apparentemente tranquilla.
Grazie per la tua disponibilità, Diego. È stato un piacere parlare con te.
Grazie a voi. È stato un piacere anche per me.