“Il petalo cremisi e il bianco” è un romanzo storico scritto dall’autore Michel Faber e pubblicato nel 2002. Ambientato nell’Inghilterra vittoriana del XIX secolo, il romanzo racconta la storia di Sugar, una giovane prostituta che cerca di sfuggire alla sua vita di povertà e degrado.
La trama del romanzo ruota attorno all’incontro tra Sugar e William Rackham, un ricco industriale che diventa il suo cliente. Rackham, sposato con una donna malata di mente, è attratto dalla bellezza e dall’intelligenza di Sugar, e inizia a fornirle denaro e un alloggio in cambio dei suoi servizi sessuali. Tuttavia, con il passare del tempo, la relazione tra i due si trasforma in qualcosa di più complesso, poiché Rackham si innamora di Sugar e cerca di liberarla dalla sua vita di prostituzione.
Mentre Sugar e Rackham cercano di costruire una vita insieme, il romanzo esplora anche altri temi importanti, tra cui la povertà, la sessualità, la malattia mentale e l’emancipazione delle donne. Michel Faber ha una prosa evocativa e sensuale che rende la descrizione dell’Inghilterra vittoriana molto realistica e coinvolgente per il lettore.
“Il petalo cremisi e il bianco” è un romanzo intenso e commovente che ha ricevuto numerosi elogi dalla critica e dai lettori. È stato candidato per il Man Booker Prize nel 2002 ed è stato trasformato in una miniserie televisiva della BBC nel 2011.
In sintesi, “Il petalo cremisi e il bianco” è un romanzo che affronta temi importanti e universali in modo intenso e coinvolgente. La prosa evocativa di Michel Faber e la descrizione accurata dell’Inghilterra vittoriana rendono questo libro una lettura imperdibile per chiunque sia interessato alla letteratura storica e alla condizione umana.

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La mia recensione su ” Il petalo cremisi e il bianco “
Ho appena finito di leggere “Il petalo cremisi e il bianco” di Michel Faber e sono rimasto completamente affascinato dalla storia. La narrazione è ricca di dettagli e di una grande sensibilità che permette di immergersi completamente nell’Inghilterra vittoriana del XIX secolo.
Il personaggio di Sugar è estremamente ben sviluppato e mi ha fatto emozionare molto. La sua lotta per sfuggire alla povertà e alla sua vita di prostituta è stata affrontata in modo molto realistico e senza esagerazioni. Ho apprezzato anche come l’autore abbia rappresentato la relazione tra Sugar e Rackham, rendendola complessa e plausibile, anche se non priva di problematiche e difficoltà.
Ho apprezzato molto il fatto che il libro affronti anche temi importanti come la sessualità, la malattia mentale e l’emancipazione delle donne. Michel Faber è riuscito a rappresentare in modo molto efficace la vita dell’epoca e il contesto sociale in cui i personaggi si muovono.
La prosa di Faber è molto evocativa e sensuale e rende la lettura del libro molto coinvolgente. Ho apprezzato particolarmente la sua attenzione per i dettagli, che ha permesso di descrivere l’Inghilterra vittoriana in modo molto realistico.
In sintesi, “Il petalo cremisi e il bianco” è un libro intenso e coinvolgente che affronta temi importanti in modo efficace e realistico. Michel Faber è un autore molto talentuoso e ha saputo creare una narrazione che mi ha emozionato e coinvolto sin dalle prime pagine. Lo consiglio a chiunque sia interessato alla letteratura storica e alla condizione umana.
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La trama il petalo cremisi e il bianco
La trama de “Il petalo cremisi e il bianco” segue la storia di Sugar, una giovane prostituta che cerca di sfuggire alla sua vita di povertà e degrado nell’Inghilterra vittoriana del XIX secolo.
La sua vita cambia quando incontra William Rackham, un ricco industriale sposato con una donna malata di mente. Rackham diventa uno dei clienti di Sugar, fornendole denaro e alloggio in cambio dei suoi servizi sessuali. Tuttavia, con il passare del tempo, la relazione tra i due si trasforma in qualcosa di più complesso, poiché Rackham si innamora di Sugar e cerca di liberarla dalla sua vita di prostituzione.
Sugar, intanto, cerca di realizzare il suo sogno di diventare una scrittrice, e inizia a lavorare su un romanzo intitolato “Il petalo cremisi e il bianco”. Mentre continua a scrivere, Sugar e Rackham cercano di costruire una vita insieme, nonostante le difficoltà e le loro diverse posizioni sociali.
Nel frattempo, la malattia mentale della moglie di Rackham peggiora e lo costringe a prendersi cura di lei. Rackham decide di lasciare la moglie e di sposare Sugar, ma il loro matrimonio non è destinato a durare. Sugar scopre che Rackham ha avuto altri amanti e, dopo aver perso la sua casa e la sua posizione sociale, decide di abbandonarlo.
La storia si conclude con Sugar che cerca di ricostruire la sua vita e di realizzare il suo sogno di diventare una scrittrice. La narrazione è molto intensa e coinvolgente, ed esplora anche altri temi importanti come la povertà, la sessualità, la malattia mentale e l’emancipazione delle donne.
Analisi del libro
Mentre gli eventi sono estremamente contraddittori, i personaggi sono costruiti con cura. Il lettore non può fare a meno di notare che nessun rispettabile borghese in epoca vittoriana avrebbe osato “accompagnare” una nota ex prostituta, forse la più nota di tutta Londra. Il pericolo sociale di un’operazione del genere sarebbe stato assolutamente assurdo e le implicazioni di qualsiasi riconoscimento da parte di qualsiasi amico di famiglia sarebbero state terribili.
Tra l’altro, gli amici nobili snob di William, ben radicati nel loro snobismo e piuttosto critici nei confronti del borghese ordinario, vengono mostrati come assidui visitatori dei luoghi in cui Sugar, dall’età di tredici anni, aveva percorso la sua carriera. Ma l’improbabilità è giustificata perché funziona come allusione al principio finzionale-narrativo del feuilleton e del romanzo inglese ottocentesco (Dickens, per esempio), dei romanzi sentimentali inglesi (come quelli letti da Agnes e le cameriere) , del romanzo gotico (è citato esplicitamente The Monk da Matthew Gregory Lewis), e soprattutto da Wilkie Collins, citato per The Stone of the Moon, e che Rackham finge di incontrare.
Il punto di vista dell’autore
L’autore affronta una serie di avvertimenti, in particolare all’inizio del romanzo e via via più sobrio, in una forma di dialogo che è essenzialmente un monologo ma è molto abilmente strutturato, per sottolineare la partecipazione del lettore e coinvolgerlo più a fondo.
Dispositivi tecnici che ricordano per certi versi il monologo interiore di Schnitzler, ma invece che i suoi personaggi esprimano e descrivano i propri pensieri attraverso questi dispositivi, l’autore usa ammiccamenti e provocazioni per cercare di entrare nella testa del lettore.
È ovvio che l’autore non può fare a meno di non amare il protagonista maschile. Pare che un giornalista che ha chiesto alla moglie di Faber se per caso il marito si fosse ispirato a lei per costruire Sugar, per nulla offeso, abbia risposto sagacemente che Sugar era Faber, cioè che si era completamente identificato con lei, come aveva fatto Flaubert e dichiarato nel momento in cui disse “Madame Bovary sono io”.
Una figura versatile come Sugar può attraversare tragedie che avrebbero devastato chiunque con totale disinvoltura e disinvoltura (ancora una volta si rivela la dimensione ironica e irreale del personaggio). Sua madre, ridicolizzando la sua cultura, le aveva detto che tutte le parole da lei acquisite non le sarebbero servite, tranne due sue: “Sì” e “Soldi”. Il protagonista del romanzo, nonostante sia giovane (solo vent’anni), dimostra uno straordinario talento per la mimica, e ci sono molti personaggi che sono abbastanza radicali nelle loro convinzioni così come nel loro cinismo e abiezione.
Ma per sovrapporre ancora di più la figura della protagonista a quella della sua autrice. Negli anni cupi della sua lenta reclusione nel bordello di sua madre, Sugar scrive per sfuggire alle sofferenze della sua situazione. Scrive un’opera autobiografica in cui gli uomini che l’hanno abusata con tanta bassezza diventano abitualmente oggetto di sanguinose atrocità, finendo uccisi nel modo più orribile. Il titolo del libro, “Splendori e miserie di zucchero”, che cerca spietatamente di riflettere l’ascesa sociale di un emarginato o almeno di una persona destinata a esserlo, cambia ripetutamente fino alla conclusione poiché è una necessità urgente.
L’estetica di Faber è indubbiamente seducente e riesce anche ad essere piuttosto singolare grazie all’uso sapiente di accorgimenti scenografici. Diversi critici hanno notato una somiglianza stilistica tra quest’opera e La moglie del tenente francese di John Fowles. L’ambientazione storica è la stessa – l’Inghilterra dell’era vittoriana – così come l’ambientazione del romanzo storico, in cui l’autore non esita a chiarire quanto siano chiaramente moderni l’analisi, lo stile rappresentativo e la psicologia dei personaggi – tutti che sono molto diversi da quelli del loro tempo. In altre parole, autore e lettore sono vincolati da un contratto in cui l’oggetto è storico ma il punto di vista dell’osservatore è moderno.
Conclusioni
L’opera è piuttosto singolare dal punto di vista lessicale perché le parole sono volutamente alternate tra forme più colte e più popolari. Si trovano errori di ortografia progettati artisticamente e in qualche modo stucchevoli in tutto il diario di Agnes. Spesso usiamo parole eccessivamente sofisticate e superate, costringendo il lettore ad armarsi di linguaggio. Faber ha quindi tentato di sperimentare anche con il vocabolario, anche se a volte, come quando cerca di replicare il discorso di certi personaggi minori (cocchieri, cameriere), minimizza la sfida che il traduttore affronta nel rendere realisticamente il passaggio linguistico .